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Nasreddin e le stelle
Nasreddin era molto astuto.
Chiamato dal Sultano, un giorno, si sentì dire:
-Ti darò 100 denari se passerai tutta la notte sul minareto indossando sola la tua jallabiya.
All’indomani Nasreddin si presentò dal Sultano chiedendo che venisse mantenuta la promessa: – Ho fatto come mi avevi chiesto ed ho passato la notte sul minareto alle condizioni che volevi.
Il sovrano disse:
– Va bene! Ma, prima dimmi come è andata.
Nasreddin raccontò:
– Era una notte fredda, a causa di un forte vento tagliente, ed era talmente limpida che stelle rischiaravano i dintorni.
– Furfante! – esclamò il Sultano – Ti sei scaldato con la luce delle stelle! Non ti meriti niente!
Nasreddin non disse nulla e se ne andò via afflitto, ma meditava una rivalsa.
Qualche giorno più tardi Nasreddin invitò a casa sua il Sultano con tutto i cortigiani e, fatti sedere a tavola tutti quanti, non servì nulla.
Dopo qualche ora di attesa, il Sultano molto arrabbiato chiese:
– Nasreddin, non hai preparato nulla da mangiare?
Nasreddin sornione rispose:
– Chiedo scusa a tutti, ma la pentola del cuscus non è ancora calda, venite a controllare
Il Sultano si alzò e vide la pentola con il cuscus penzoloni con una corda dal soffitto ben lontana dal fuoco, il braciere in un angolo sul pavimento e Nasreddin che soffiava sul braciere
– Perché soffi sul braciere? – domandò il sultano.
– Per fare arrivare prima il calore alla pentola – rispose Nasreddin
– Ma sei tonto? Come può giungere il calore alla pentola se è così distante? – ribadì il Sultano.
Nasreddin, con un pizzico di ironia, rispose:
– Se nella notte sono riuscito a scaldarmi grazie alle stelle del cielo, si potrà pure cucinare il cuscus con il calore del braciere, visto che è molto più vicino!
Capita la lezione, il Sultano diede 200 denari a Nasreddin per premiarlo della sua arguzia.