Le Radici
Giufà
mille nomi, mille storie
di Laura Fatini
Giufà è innanzitutto un innocente, un uomo (vecchio o giovane), che guarda alle cose per come sono, interrogandosi sul loro senso più profondo, che allo stesso tempo è anche quello più evidente. È un uomo che non prende la realtà per come è, se ne stupisce e se ne fa carico, a suo modo: se la luna finisce nel pozzo, si adopera per riportarla in cielo (Giufà e la luna), se vede delle piccole noci nascere da un grande albero se ne stupisce.
Allo stesso tempo prende però alla lettera le parole che gli vengono dette (Giufà tirati la porta), non capisce le sottigliezze metaforiche del linguaggio, risultando estraneo alle convenzioni linguistiche che tengono assieme la comunità che lo ospita.
Viene quindi considerato folle da chi è abituato a comunicare con parole che mentre dicono nascondono, che lasciano intendere invece che spiegare.
Questo è quello che accade a chi, straniero, si trova di fronte ad una lingua che non conosce completamente: i modi di dire, i proverbi, l’uso metaforico della lingua non gli appartengono, e per questo non riesce a comunicare se non ad un livello pratico, sensoriale, semplice.
Il rapporto di Giufà con le parole ha però anche un risvolto interessante: nella cultura dell’Asia Minore egli viene spesso considerato un saggio, perché utilizza la logica delle parole per fare giustizia dei soprusi (Nasreddin e il povero) e per dare delle lezioni di vita ai potenti che si approfittano dei poveri e dei semplici (Nasreddin e le stelle).
Infine, Giufà è, in tutte le sue storie, senza padre e povero (raramente si parla di lui come un benestante, anche quando è saggio), ma ha spesso accanto a sé una figura femminile, la moglie o la madre, con la quale parla, discute, si relaziona.
Come bambino senza padre in un contesto contadino, è in una situazione economica e sociale precaria.
Spesso è solo in casa e non avendo una figura paterna cui riferirsi, è costretto a scoprire da solo la vita (Il giudizio di Giufà), e a risolvere con piccoli trucchi i problemi che gli si presentano.
Come marito, coinvolge la moglie nei suoi ragionamenti il-logici (Giufà e la marmitta), avendo in lei un’alleata ma anche un’occasione di confronto.